Mannino e Lionti: “Qui salari e pensioni più bassi che nel resto del Paese, sanità pubblica in crisi e industria che cade a pezzi. E ogni anno 20 mila giovani emigrano”
Palermo, 23 nov- “Il 70% dei rapporti di lavoro è precario in Sicilia, con salari più bassi della media nazionale. Una lavoratrice o un lavoratore siciliano guadagna 6 mila euro in meno rispetto alla media italiana e questo ha conseguenze sulle pensioni, tra le più basse d’Italia Di fatto 250 mila lavoratori sono sotto la soglia della povertà”: sono dati diffusi da Cgil e Uil Sicilia, in vista dello sciopero generale del 29 novembre che vedrà per quel giorno una manifestazione regionale a Palermo con concentramento alle 9.30 in piazza Croci, dove si ritroveranno lavoratrici e lavoratori, pensionati, giovani, cittadini provenienti da tutta l’Isola per il corteo fino a piazza Verdi e i comizi. “Se il Paese ha tutte le ragioni per scioperare perché la manovra di bilancio del governo cambi- affermano i segretari generali regionali di Cgil e Uil Alfio Mannino e Luisella Lionti- queste ragioni sono ancora più forti in Sicilia. Dalla nostra regione- sottolineano i due esponenti sindacali- vanno via ogni anno 20 mila giovani, le energie migliori, in cerca di migliori opportunità di occupazione e di vita. Rischiamo oggi una desertificazione produttiva, con l’industria che cade a pezzi, e sociale- sottolineano- dalla quale sarà difficile riprendersi”.
Cgil e Uil hanno proclamato lo sciopero generale per chiedere l’aumento di salari e pensioni “per contrastare davvero- dicono Mannino e Lionti- la spinta inflazionistica, oggi al 17% e rilanciare il potere d’acquisto”. Ma anche per chiedere di finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici e di investire sulle politiche industriali. “Ogni anno – dicono Mannino e Lionti- per il mix dato da povertà e sistema sanitario pubblico in crisi, 800 mila siciliani rinunciano alle cure, quindi a esercitare il diritto alla salute. C’è bisogno di investimenti nella sanità – sottolineano- per rilanciarla, e di un piano di assunzioni . Così come c’è bisogno di interventi per il rilancio dell’industria, in piena desertificazione in Sicilia, avviando realmente la transizione ecologica”. Cgil e Uil chiamano in causa anche il governo regionale chiedendo interventi concreti sui problemi della siccità, dei rifiuti, del riassetto della sanità, dello sviluppo.
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