Gli incidenti e le morti sul lavoro sono ancora troppi in Sicilia. Servono quindi azioni di contrasto più incisive. Più ispettori per rendere il sistema dei controlli efficace. Serve anche diffondere una cultura della sicurezza e della salute sul lavoro. “E’ chiaro che la politica- dice Francesco Lucchesi, segretario confederale Cgil siciliana nella giornata nazionale sulla sicurezza e sulla salute sul lavoro- non ha fatto abbastanza. E’ inconcepibile che la Sicilia abbia solo 63 ispettori del lavoro e che resti ancora irrisolta la questione dei vincitori e idonei del concorso nazionale che potrebbero essere destinati alla Sicilia solo con un accordo nazionale”. La Sicilia oggi è esclusa perché la Regione, che ha competenza esclusiva in materia, non ha recepito il decreto istitutivo dell’Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) da cui dovrebbero discendere gli ispettorati territoriali, senza però provvedere alle nuove assunzioni di ispettori , 256, pur previste da un piano del 2019. “Si rischia nella situazione data – rileva Lucchesi- di non potere partecipare al piano di lotta al sommerso del Pnrr, che prevede un finanziamento di 600 milioni”. Quello della sicurezza resta dunque un punto critico, soprattutto vista l’incidenza della regione del lavoro nero. La Cgil chiede anche la convocazione con cadenza mensile del Comitato regionale in materia di sicurezza e salute sul lavoro, affinché l’intervento non sia episodico. Per quanto riguarda l’amianto il sindacato chiede interventi di informazione e sensibilizzazione ai fini della prevenzione, l’ istituzione di un tavolo permanente governo-sindacati per monitorare l’applicazione del piano regionale ; l’istituzione di tavoli comunali; la realizzazione di impianti di denaturazione di manufatti contenenti amianto.
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