Lavoro:Cgil, lunedì 17 febbraio all’hotel Saracen Assemblea generale di tutte le assemblee generali della Sicilia con la partecipazione di Maurizio Landini

Scarica la locandina

Mannino: “ Contrastare la precarietà , costruire certezze e sicurezza sul lavoro per restituire alle persone la libertà di costruire il proprio futuro. Ecco perché votare Sì ai referendum di Primavera”.

Nell’Isola 376.988 contratti precari nel 2024

Parte nell’isola la campagna referendaria e la mobilitazione per i referendum su lavoro e cittadinanza

Palermo, 13 feb- Si parlerà di lavoro, dello stato dell’economia nell’isola e di dignità nel lavoro lunedì 17 febbraio nel corso dell’assemblea di tutti i gruppi dirigenti della Cgil in Sicilia aperta alle associazioni, che si terrà all’ hotel Saracen (Isola delle Femmine), a partire dalle 10 , con la partecipazione del segretario generale nazionale Maurizio Landini.
Al centro del dibattito i cinque quesiti su cui in primavera si terrà il referendum, per dire basta, votando Sì, alla precarietà, per garantire le tutele nei licenziamenti nelle piccole e grandi imprese, per il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro, per il diritto alla cittadinanza.
Nel pomeriggio, alle 16, sempre al Saracen e alla presenza di Landini, Lello Analfino e Antonio Modica presenteranno in anteprima “Non è solo una canzone”, rielaborazione di “Bella Ciao” a cura dei due musicisti.
“Parleremo di temi rilevanti soprattutto per la Sicilia- dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino- dove la maggior parte del lavoro quando c’è è precario e i diritti sono meno garantiti, cose che spingono ogni anno 20 mila giovani a lasciare la nostra regione”.
Secondo dati ancora provvisori dell’Inps, nel 2024 sono stati 376.988 nell’isola i contratti di lavoro precari, tra assunzioni a termine, apprendistato, assunzioni stagionali, lavoro in somministrazione, contratti intermittenti. Solo 57.124 quelli a tempo indeterminato, dei quali attualmente il totale arriva appena a 850 mila.
Una situazione che contribuisce a determinare salari medi lordi nel settore privato di 16.507 euro l’anno, più di 6 mila euro in meno della media nazionale. Le più basse sono le retribuzioni delle donne – spesso soggette a part time involontario e a lavoro discontinuo- e dei giovani.
“Costruire condizioni di certezza e diritti sul lavoro- dice Mannino- è il primo passo per restituire ai siciliani la libertà di potere immaginare e costruire il proprio futuro. Noi riteniamo dunque fondamentale che i contratti a tempo determinato siano tali per motivi precisi ed espliciti, che chi viene licenziato ingiustamente nelle piccole imprese, che sono poi la maggioranza in Sicilia, venga reintegrato. I dati sugli incidenti sul lavoro e sul crescere del ricorso ad appalti e subappalti – aggiunge- ci fanno inoltre dire che aumentare i livelli di responsabilità, in capo in questo caso all’azienda committente, può portare alla riduzione degli incidenti. Quanto allo rendere più accessibile la cittadinanza si rifletta sul grande contributo che danno alla nostra economia e che possono dare al sistema previdenziale i lavoratori stranieri. Per tutte queste ragioni chiediamo ai cittadini di esercitare il proprio diritto al voto in occasione dei referendum di Primavera”.
La precarietà è uno degli elementi di un contesto in cui il 36,6% delle persone è a rischio povertà, con altri tassi di disoccupazione e gap generazionale e di genere. Il tasso di disoccupazione in Sicilia (2023) è pari al 16,1%, quello femminile è del 18,3% , quasi 4 punti percentuali in più rispetto al dato maschile e doppio rispetto a quello nazionale . La disoccupazione giovanile al 31,2% ( media italiana 16,6%). Gli importi delle pensioni attuali e future rispecchiano questa situazione.
“Prosegue dunque il nostro impegno per lo sviluppo della Sicilia e per questo obiettivo la qualità del lavoro è fondamentale. Solo attraverso il lavoro e la sua qualità si può affermare un’altra idea di Sicilia. E’ peraltro dimostrato che quando c’è diminuzione dei diritti sono le aree del Paese più fragili a pagare il maggior prezzo. Auspichiamo dunque che l’occasione del referendum sia pienamente colta dai siciliani, con la consapevolezza della possibilità data di contare, di determinare un cambiamento, di contribuire a costruire una Sicilia migliore e più giusta”.