Domani sciopero a Priolo e Ragusa per chiedere una inversione di rotta e investimenti per ricostruire l’assetto produttivo in Sicilia
Palermo, 11 nov- “ Il silenzio del governo sul piano dell’Eni e il tifo agonistico che si sta sviluppando, tutto giocato sulla pelle dei lavoratori e delle comunità, ha dell’assurdo. Le conseguenze del piano Eni sulla Sicilia saranno drammatiche e auspicavamo che per scongiurarle si facesse quadrato, ma constatiamo che così non è. Contro tutto ciò e per chiedere una inversione di rotta i lavoratori saranno in piazza domani a Priolo e Ragusa”.
Lo dice il segretario generale della Filctem Cgil Sicilia, Pino Foti, alla vigilia dello sciopero e delle manifestazioni dei dipendenti Versalis e dell’indotto nei due siti siciliani. Foti specifica che “la Sicilia per tutelare il lavoro ha bisogno di investimenti e di ricostruire il proprio assetto produttivo, ma se viene meno l’intervento dei governi regionale e nazionale e il ruolo delle aziende para pubbliche come Eni, questa impresa diverrà impossibile”. “La chiusura dei cracking ,ormai tutti di Eni e tutti posizionati al sud – sottolinea Foti- segna la fine della chimica di base per il Paese. Le materie finora prodotte per la transizione e per l’80% di ciò che rimane dell’industria italiana sarà d’ora in poi dunque in mani estere con i conseguenti effetti su costi e occupazione che abbiamo già conosciuto per il gas. L’effetto negativo a cascata sulle aziende collegate e sul loro indotto è prevedibile, per queste ovviamente Eni non può offrire alcuna garanzia, ma tutti tacciono in proposito”.Specifica il segretario della Filctem: “Che l’Eni si sforzasse di assicurare la bontà del proprio piano di tagli e chiusure era prevedibile visto che contiene un risparmio di 3 miliardi, ma che anche da qualche parte politica, dopo aver chiesto solo all’azienda, ne garantisse addirittura l’assenza degli evidenti e pesanti contraccolpi proprio no, questo è inaccettabile. Anche perché è evidente che se Eni non licenzierà nessun suo dipendente, ma lo trasferirà come già fatto nel 2014 a Gela, stessa cosa non può dire per le aziende collegate, il cui silenzio dovrebbe oggi preoccupare tutti aldilà degli schieramenti”.
Foti sottolinea che “Eni chiude Versalis facendo risparmiare 3 miliardi ai propri azionisti ( fondi investimento, banche ed assicurazioni) ed in Sicilia dopo i vari progetti promessi e mai realizzati rifila un centro direzionale, una bioraffineria ed un riciclo meccanico che altro non è che un impianto di rifiuti. Questo dovrebbe essere il volano dello sviluppo economico dell’isola? Quali delle aziende che oggi scambiano produzioni con Versalis possono ancora continuare ad operare? E quali investimenti verrebbero attratti da questa operazione?” Per quanto riguarda il taglio alla Co2, per la Filctem Sicilia, “Eni ha gli strumenti per intervenire senza chiudere Versalis. È una cosa che abbiamo chiesto insieme alla ristrutturazione e potenziamento dei siti produttivi. Ed Eni a a giugno tra l’altro ha assicurato alle parti che se il governo fosse intervenuto per colmare il deficit dovuto al costo dell’energia non avrebbe messo in atto chiusure. Evidentemente quell’intervento non c’è stato e l’azienda tra il Paese e gli azionisti ha scelto alla fine di garantire i guadagni e questi ultimi”. Foti specifica che “il sindacato non è mai stato contrario alla costruzione di una bioraffineria ma sarebbe utile che questo impianto si aggiungesse agli altri e non che li sostituisse perché alla fine dei conti la somma degli occupati non sarà uguale a zero”.
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