“NON È IL PONTE SULLO STRETTO” l’opera necessaria per rilanciare lo sviluppo della Sicilia, della Calabria e del Mezzogiorno

Si tratta di un progetto non solo di dubbia utilità, ma che appare sicuramente dannoso. La sua progettazione è lacunosa e obsoleta, basata su un’analisi costi-benefici irrealistica, con costi di realizzazione esponenziali e fuori controllo. Inoltre, comporterebbe gravi danni ambientali, paesaggistici, naturalistici e sociali.

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Versalis: Foti ( Filctem Cgil Sicilia), il silenzio del governo e il tifo che si sta sviluppando sul piano Eni, che avrà conseguenze catastrofiche a cascata in Sicilia, hanno dell’assurdo.

Domani sciopero a Priolo e Ragusa per chiedere una inversione di rotta e investimenti per ricostruire l’assetto produttivo in Sicilia   Palermo, 11 nov- “ Il silenzio del governo sul piano dell’Eni e il tifo agonistico che si sta sviluppando, tutto giocato sulla pelle dei lavoratori e delle comunità, ha dell’assurdo. Le conseguenze del piano Eni sulla Sicilia saranno drammatiche e auspicavamo che per scongiurarle si facesse quadrato, ma constatiamo che così non è. Contro tutto ciò e per chiedere una inversione di rotta i lavoratori saranno in piazza domani a Priolo e Ragusa”.

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Infrastrutture e diritto alla mobilità

Mobilità: Cgil Sicilia, bloccate o in ritardo di realizzazione 268 opere pubbliche Mannino: “Subito accordo di programma con Anas e Rfi, riforma del trasporto pubblico locale e interventi su viabilità secondaria”. Stimati in 30 miliardi gli investimenti necessari Sesta manifestazione del ciclo “Cambiamo il futuro della Sicilia” Messina, 20 nov- Sono 268 le opere pubbliche per la mobilità bloccate in Sicilia o in forte di ritardo di realizzazione. Si aggiunge che 80 piccoli e medi comuni non sono serviti dal trasporto pubblico locale e che la viabilità secondaria da 15 anni è in uno stato di abbandono. Un quadro impietoso emerso nel corso della manifestazione della Cgil Sicilia che si è tenuta oggi a Messina- nell’ambito della campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia- per affrontare proprio il tema delle infrastrutture e del diritto alla mobilità. “Un diritto con evidenza negato- ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino- perché a non essere portate a compimento sono opere autostradali o ferroviarie strategiche per i collegamenti tra le varie aree dell’isola. Realizzarle oltre a rendere più facile la vita dei cittadini darebbe un forte impulso allo sviluppo economico”. Secondo le stime della Cgil mancano oggi all’appello 30 miliardi di euro. “E’ necessaria un’accelerazione della spesa rimuovendo le cause dei blocchi– ha sostenuto Mannino- ma anche giungere a un accordo di programma quinquennale con Anas e Rfi per il reperimento delle risorse necessarie e l’effettiva realizzazione delle opere”. “Va rilevato- ha affermato Angela Biondi, segretaria confederale della Cgil Sicilia in apertura- che molti dei restringimenti di corsia nelle autostrade non sono cantieri aperti, ma misure adottate come unica opzione possibile e alternativa alla chiusura. Buona parte della rete autostradale siciliana- ha detto- non rispetta infatti le norme sulla sicurezza introdotte dopo il crollo del ponte Morandi”. Per fare un esempio “solo per adeguare gallerie e viadotti gestiti dal Cas- secondo l’analisi de sindacato- sono necessari oltre 3 miliardi il cui reperimento non è nell’agenda dei governi nazionale e regionale”. “La mobilità – ha detto il segretario della Cgil di Messina, Pietro Patti- deve essere un diritto anche da queste parti. Serve anche un piano di messa in sicurezza considerato che con condizioni meteo avverse i collegamenti tra comuni e tra le principali città rimangono spesso bloccati”. Ma quali sono le opere “strategiche” al palo di cui parla la Cgil? Alcune , intanto, sono ancora in fase di progettazione, altre non finanziate o incomplete per lotti o , ancora, bloccate per altre ragioni come il fallimento delle aziende. Nell’elenco spicca la bretella autostradale Nord- Sud per il collegamento Santo Stefano di Camastra – Enna- Caltanissetta- Gela. “E’ un’opera fondamentale- ha commentato Mannino- ed è indecente lo stato in cui versa con alcuni lotti partiti e altro no. C’è poi l’anello autostradale Gela- Agrigento- Castelvetrano, importante per tutta l’area sud-ovest. Non va meglio con le ferrovie: la Catania- Messina- Palermo, di collegamento delle tre aree metropolitane, è in forte ritardo di realizzazione e “man mano che si va avanti- ha detto Mannino- si conferma che non sarà mai alta velocità, ma nella migliore delle ipotesi media velocità”. In “forte ritardo” anche il collegamento ferroviario Palermo- Trapani e la realizzazione e velocizzazione, ancora non programmata, della Catania- Siracusa- Ragusa, un anello che giungendo fino a Caltanissetta collegherebbe queste aree con Palermo.C’è inoltre la viabilità secondaria, in stato di abbandono dalla riforma delle province. Per le manutenzioni straordinarie, necessarie in quanto si parla di crolli e strade dissestate, secondo le stime della Cgil occorrono almeno 3 miliardi.A rendere ancora più problematico lo spostarsi in Sicilia c’è lo stato di abbandono di 80 comuni non raggiunti neanche dagli autobus. Cosa che fa dire alla Cgil che “è urgente una riforma del trasporto pubblico locale che non alimenti però gli interessi privati- ha sottolineato Mannino- ma abbia cura esclusivamente di quelli della collettività”.Un accento dalla Cgil Sicilia anche sulla Circumetnea “importante perché destinata collegare la città di Catania con tutta la zona ionica, coprendo dunque un’ampia aree a vocazione agricola e turistica”.Con la somma degli interventi si arriva al bisogno di un investimento di 30 miliardi ( 12 di questi per le opere autostradali), secondo le stime del sindacato. “Non può sfuggire a nessuno- ha commentato Mannino- quanto con queste reti di collegamento la Sicilia farebbe un salto in avanti, in termini di vivibilità, produttività, sviluppo economico, fruibilità del suo patrimonio ambientale e culturale, uscita delle aree interne dall’isolamento”. In questo contesto chiara la posizione della Cgil Sicilia sul ponte sullo Stretto, già espressa in più sedi: I finanziamenti previsti, sottratti al sud e ad altri importanti interventi, “devono essere impiegati diversamente, perché è assolutamente necessario e indifferibile intervenire – dice il documento del sindacato- per rendere anche in Sicilia la mobilità una realtà e non un’avventura”. Mobilità: le carenze e gli interventi necessari per le infrastrutture viarie e ferroviarie.  Mercoledì 20 novembre a Messina manifestazione della Cgil Sicilia Sesto appuntamento della campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia”Messina, 18 nov-Un sistema stradale e autostradale inadeguato, una rete ferroviaria insufficiente, un trasporto pubblico locale da riformare: sono questi i limiti che impediscono l’esercizio in Sicilia del diritto alla mobilità. Sul tema delle infrastrutture per la mobilità si terrà mercoledì 20 novembre a Messina, presso il Giardino degli Ulivi ( Stazione centrale) alle 9.30, la sesta manifestazione della campagna della Cgil Sicilia dal titolo “Cambiamo il futuro della Sicilia”. “Se guardiamo allo stato delle infrastrutture della mobilità- dice Angela Biondi, segretaria confederale della Cgil Sicilia- è evidente l’urgenza di politiche per attrarre risorse nella nostra regione per opere assolutamente necessarie a colmare il divario col resto del paese. Occorre anche velocizzare i cantieri delle opere già finanziate e non completate”. A partire dall’adeguamento delle gallerie e dei viadotti gestiti dal Cas, quasi tutti a transito ridotto, misura in molti casi adottata come alternativa alla chiusura- è scritto nel documento della Cgil – per le norme di sicurezza introdotte dopo il crollo del ponte Morandi. “La garanzia della mobilità interna- afferma il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino-…

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Una scuola per tutti, inclusiva, sicura e che proietti nel futuro i giovani

Scuola: Cgil Sicilia, nell’isola edifici vetusti, scarse manutenzioni, barriere architettoniche. “Si investa per una scuola sostenibile, inclusiva, che colmi le disuguaglianze sociali” La ricognizione del sindacato sull’edilizia scolastica nella quinta manifestazione del ciclo “Cambiamo il futuro della Sicilia” Palermo, 19 nov- Edifici vetusti, la maggior parte costruiti tra gli anni 50 e gli anni 70, barriere architettoniche, spazi spesso angusti e poco attrezzati per le attività più innovative o extradidattiche, mancanza di locali mensa, di lavoratori, di palestre: è lo stato dell’edilizia scolastica nell’isola, che emerge da una ricognizione effettuata dalla Cgil e presentata oggi nel corso di una manifestazione regionale a Palermo nell’ambito della campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia”. Al 2022 di 3.533 edifici scolastici solo 760 avevano la certificazione di agibilità completa, il 21,51%, 1.656 il collaudo statico ( il 46,87%) e 952, il 26,85% sistemi di prevenzione antincendio. Nel 2020 sono stati censiti 3.669 edifici scolastici in zona sismica, 3.146 dei quali in zona 2 su scala 4, ma gli interventi per aumentarne la sicurezza sono stati minimi, per 1,3% di essi per quanta riguarda l’adeguamento, per lo 0,9% per il miglioramento senza che si raggiungesse tuttavia il livello prescritto. “Non si è fatto a sufficienza per superare i limiti strutturali delle scuole siciliane, per 20 anni e per 20 finanziarie ha detto Gabriella Messina, segretaria confederale della Cgil Sicilia, presentando lo studio- questi interventi non sono stati una priorità per lo Stato”. “E oggi -ha sottolineato il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino- il governo continua a sottrarre risorse alla Sicilia, come quelle del Fondo sociale di coesione, rendendo più difficile ogni prospettiva di sviluppo, nel cui ambito l’istruzione rappresenta un tassello fondamentale. E’ quindi importante investirci, in strutture, tecnologie, personale, costruendo una scuola al passo con tempi, sostenibile e inclusiva”. Anche il Pnrr rileva la necessità di intervenire sull’edilizia scolastica per ridurre disuguaglianze e disagio sociale, che in Sicilia si traducono anche in oltre il 20% di dispersione scolastica, “ma si stanno riscontrando difficoltà e criticità anche nella messa a terra di queste risorse”, ha rilevato Messina. Di fatto di nuove scuole in Sicilia con i fondi Pnrr se ne sono state costruite solo 11 e gli interventi di ammodernamento, con la messa a disposizione anche di ambienti digitali per far fare alla scuola un salto di qualità, ce ne sono stati pochi. Nel 2024 ci sono stati interventi di messa in sicurezza con i fondi del Pnrr su 162 edifici (il 4%), ampliamento o manutenzione di mense in 51 scuole ( 1%), nuove mense in 24 edifici, palestre in 51. Non va meglio con l’impiantistica, in una regione in cui gli edifici scolastici non sono certo proiettati verso la transizione energetica, con il 48% di quelli censiti riscaldati a metano, il 24% a gasolio e appena l’1% a solare termico. Quanto all’inclusività e accessibilità a tutti, la ricognizione della Cgil rivela che a fronte di 33.628 alunni con disabilità ( anno scolastico corrente ) nell’anno scolastico ‘22/23 (fonte Istat) il 43,19% delle scuole presentava barriere architettoniche fisiche ( scale, bagni e porte non a norma, ad esempio) il 77,76% sensoriali per ipovedenti e il 64,44% sensoriali per ipoacustici ( il 20,48% delle scuole non è stata rilevata). Insomma solo 36% delle scuole è accessibile ad alunni con disabilità motoria, meno del 2% agli ipovedenti e il 15% agli ipoacustici. “Passi avanti ha detto Messina- sono stati fatti, ma occorre investire di più su tutto il sistema dell’istruzione e in questo contesto il Pnrr è una opportunità da non perdere e a cui occorre poi dare seguito con programmazione e investimenti”. Per effetto del dimensionamento scolastico in seguito al calo demografico, – “dovuto principalmente in Sicilia all’emigrazione delle famiglie”, ha sottolineato Messina- in 5 anni nell’isola si sono perse 103 scuole. “Questo è inconcepibile- ha sottolineato l’esponente della Cgil- ogni territorio, soprattutto le zone più interne e isolate, deve avere la sua scuola”. La lotta al disagio sociale e all’emarginazione – ha aggiunto il segretario generale Mannino- passa anche da un sistema di istruzione e formazione adeguati, occorrono dunque investimenti per colmare le disuguaglianze sociali che con le attuali politiche di tagli e rapina continua dei fondi destinati al sud da parte del governo rischiano di aumentare”. Una scuola per tutti, inclusiva, sicura e che proietti nel futuro i giovani” Scuola: martedì a Palermo manifestazione regionale della Cgil per il diritto allo studio Quinta iniziativa del ciclo “Cambiamo il futuro della Sicilia” Palermo, 17 nov- “Una scuola per tutti, inclusiva, sicura e che proietti nel futuro i giovani”. E’ il titolo scelto dalla Cgil Sicilia per la quinta manifestazione del ciclo “Cambiamo il futuro della Sicilia”, che si terrà martedì 19 novembre a Palermo presso l’istituto superiore statale “Pio La Torre” (via Nina siciliana 22), a partire dalle 9.30. Il titolo segnala gli obiettivi che la Cgil pone . “Gli studenti siciliani e le studentesse siciliane- è scritto nel documento del sindacato- non solo hanno diritto alla qualità dell’offerta formativa, ma anche a fruire di strutture scolastiche inclusive e sicure, tecnologicamente avanzate per potere rispondere all’esigenza di una didattica al passo con i tempi e con gli standard europei”. “In Sicilia, invece- dice Gabriella Messina, segretaria confederale Cgil Sicilia- molti edifici presentano barriere architettoniche e locali inadeguati e precari. In questo contesto le risorse del Pnrr non riescono ad arrivare tutte a terra e sono spese in modo disomogeneo”. Superare i problemi di agibilità e di dotazione tecnologica diventa dunque fondamentale. “Ma anche aggiunge Alfio Mannino, segretario generale della Cgil regionale- dotare le scuole di strutture e spazi comuni che fungano da luoghi di aggregazione per i giovani, soprattutto nelle zone più disagiate e nei quartieri a rischio, per evitare emarginazione ed esclusione sociale”. In una regione che sconta il 20% di dispersione scolastica e una forte emigrazione giovanile a partire dagli anni dell’università, la Cgil chiede investimenti in strutture e tempo scuola, nell’università pubblica e nel sistema di formazione professionale. “Il diritto allo studio- afferma Mannino- è fondamentale per lo sviluppo…

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”Nessun intervento dal governo regionale finora per rilanciare il sistema sanitario pubblico”

Sanità: manifestazione regionale della Cgil Sicilia oggi a Modica (Rg) Quarta manifestazione della campagna della Cgil regionale “Cambiamo il futuro della Sicilia”Modica, 16 nov- Sono passati cinque mesi dalla nomina dei direttori generali delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale e “non c’è stato finora nessun intervento concreto del governo regionale per la riorganizzazione della sanità pubblica in Sicilia”. Lo sostiene la Cgil Sicilia, che ha tenuto oggi a Modica ( Rg) la quarta manifestazione della campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia”, lanciata dal sindacato per chiedere interventi sui settori dove si riscontrano oggi più problemi. “Per 18 mesi- ha detto il segretario generale regionale, Alfio Mannino- ci è stato detto che non si poteva intervenire perché mancava la governance, e adesso che c’è non si interviene comunque: non c’è nessun intervento sulla riprogrammazione della rete ospedaliera, per un reale abbattimento delle liste l’attesa e a fronte dei notevoli vuoti di organico manca ancora il piano straordinario di assunzioni che chiediamo da tempo”. La Cgil chiede un nuovo piano sanitario con la riorganizzazione della rete ospedaliera, il rafforzamento della medicina del territorio e della rete di emergenza urgenza e l’integrazione socio- sanitaria. Senza perdere di vista anche la medicina di genere e la sicurezza sul lavoro. “Con la medicina del territorio- ha detto Francesco Lucchesi, segretario confederale Cgil Sicilia, che ha illustrato il documento del sindacato dopo il saluto del segretario generale della Cgil di Ragusa, Giuseppe Roccuzzo – siamo all’anno zero. Anche quello che è previsto e finanziato dal Pnrr non trova attuazione. Delle 156 case di comunità inserite nel piano ne sono state realizzate solo tre , dei 43 ospedali di comunità non ne è stato realizzato nessuno, nutriamo infine grandi perplessità sull’effettivo funzionamento delle centrali operative territoriali”. Non si ha del resto notizia delle migliaia di operatori che dovrebbero essere assunti per fare funzionare queste strutture. Per quanto riguarda il personale sanitario la Cgil chiede un “intervento per far fronte in maniera strutturale alle carenze”. “Non basta- ha affermato Lucchesi- dare 18 mila euro l’anno a chi si assume l’onere di lavorare nelle zone interne. Sono briciole di fronte a quanto paga il privato verso cui in questi ultimi anni hanno fatto rotta molti medici messi alle strette dalle difficoltà ad operare nel sistema sanitario pubblico”. “Stessa rotta verso il privato -ha sottolineato Mannino- pare stia facendo il governo regionale, ma la sanità pubblica è l’unica garanzia del diritto alla salute per tutti”. Di fatto sono 800 mila i siciliani che rinunciano ogni anno alle cure perché non possono permettersele. Mentre una folta schiera va a foraggiare, con i cosiddetti viaggi della speranza, i più floridi sistemi sanitari di altre regioni. La mobilità sanitaria, scrive la Cgil nella sua piattaforma rivendicativa, genera un debito di oltre 289,1 milioni di euro l’anno. Nel documento viene sottolineato l’aumento delle patologie cronico- degenerative legato all’invecchiamento della popolazione. “Si tratta di una platea sempre più ampia di anziani- dice il testo- che dovrebbe potere contare su un’organizzazione dell’attività territoriale h24, di servizi sanitari territoriali, di assistenza domiciliare integrata, di riabilitazione di strutture per gestione delle lungodegenze sufficienti per numero, distanza e qualità dell’assistenza”. La Cgil chiede anche il rilancio e la valorizzazione dei consultori e il rafforzamento dei dipartimenti di salute mentale. Inoltre più punti nascita, interventi per la non autosufficienza, la riqualificazione delle Rsa e Cta, il rafforzamento degli Spresal e la stabilizzazione del personale precario”. Alla manifestazione di Modica sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni, lavoratrici e lavoratori della sanità e i segretari generali dello Spi e della Funzione pubblica Cgil Maria Concetta Balistreri e Gaetano Agliozzo. ”Nessun intervento dal governo regionale finora per rilanciare il sistema sanitario pubblico” Sanità: a Modica (Rg) domani, sabato 16 novembre, la quarta delle manifestazioni regionali della Cgil Sicilia del ciclo “Cambiamo il futuro della Sicilia””Rilanciamo la sanità pubblica e la medicina del territorio per il diritto alla salute di tutti”Palermo, 15 nov- Solo 3 case della salute inaugurate sulle 156 previste dal Pnrr: un dato che da solo dà conto dell’immobilismo in Sicilia sul fronte del diritto alla salute, sempre meno garantito con reparti ospedalieri che vengono smantellati, liste d’attesa difficilmente abbreviabili e la costante tendenza di affidare ai privati la gestione della sanità. Sul rilancio della sanità pubblica a partire dalla riforma della medicina territoriale si terrà la quarta delle manifestazioni della Cgil Sicilia del ciclo “Cambiamo il futurodella Sicilia”. L’appuntamento è sabato 16 novembre a Modica (Sr), alle 9.30, in piazza Beniamino Scucces (ex tribunale).“La medicina territoriale- dice Francesco Lucchesi, segretario confederale della Cgil Sicilia- è uno snodo fondamentale per la garanzia del diritto alla salute. Servono investimenti in strutture e personale, oggi assai carente, a partire dalla messa a terra delle risorse già disponibili, come quelle del Pnrr”.“Ad oggi – dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, il confronto con la regione sulla riorganizzazione della sanità è sporadico e inconcludente. Ci sono temi, come quello delle liste d’attesa, della riorganizzazione della medicina territoriale e della rete ospedaliera, dell’implementazione del personale sanitario- sottolinea- che non possono attendere e cosa intenda fare la regione ad oggi non è affatto chiaro”.

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Casa: Cgil Sicilia, “Rigenerare le città a partire dalle periferie per un abitare solidale e sostenibile”

Casa: a Catania oggi manifestazione della Cgil Sicilia per il diritto all’abitare sostenibile e solidale”Partiamo dalla rigenerazione delle periferie dove si concentra il maggiore disagio sociale dando a queste aree e a chi ci vive chance di riscatto sociale” Terza iniziativa della campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia”Catania,14 nov- “Le periferie urbane sono il simbolo di un crescente disagio sociale, fatto da mancanza di lavoro, povertà, isolamento sociale. In esse si concentra la fascia meno abbiente della popolazione che subisce lo scotto di case spesso fatiscenti, di servizi inadeguati, della mancanza di spazi verdi e di luoghi di aggregazione e di cultura. Chi abita le periferie rischia di essere sempre più emarginato e di vedere soppressa anche la volontà di riscatto. Il contrasto alla povertà e al disagio passa anche dunque da una rigenerazione di queste aree, rendendo dignitoso il viverci”. Lo sostiene la Cgil Sicilia che ha tenuto oggi a Catania la terza manifestazione della campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia”. La casa dunque come tratto fondamentale e necessario di un vivere dignitoso, della lotta alla povertà e all’emarginazione. “E’ per questo- ha detto Angela Biondi, segretaria confederale della Cgil Sicilia, aprendo l’iniziativa, che si tiene in una zona periferica di Catania- che abbiamo inserito il tema tra i principali delle nostre rivendicazioni. Oggi- ha sottolineato- i temi della casa e delle città verdi e sostenibili non sono al centro dell’agenda dei governi nazionale e regionale ed è fondamentale invece che abbiano il posto che loro spetta”. Mentre la povertà cresce – in Sicilia è a rischio povertà il 36,6% delle famiglie- il governo ha eliminato il fondo per il sostegno agli affitti, (le risorse oggi in distribuzione sono i residui), gli alloggi popolari sono insufficienti, altrettanto quelli per gli studenti universitari fuorisede, spesso vittima di contratti irregolari. “Senza adeguate politiche di sostegno- ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino- il disagio abitativo, che assume anche spesso le vesti della povertà energetica, è destinato ad aumentare facendo crescere le già grandi disuguaglianze sociali ed emarginando fasce sempre più ampie di popolazione sottraendole anche ai processi di partecipazione democratica”. Per quanto riguarda la rigenerazione urbana le risorse ci sono. “Vanno spese e spese bene – hanno sottolineato Mannino e Biondi- creando anche per questa via occupazione”.Tra il programma Pinqua (programma innovativo qualità dell’abitare) e il Pui (programmi urbani integrati) sono a disposizione 515.771.051 euro. Si aggiungono le risorse Pnrr del “Piano verde sicuro e sociale”, 234.735.448 euro e quelle del Pon metro plus, 225.000.000 euro per ciascuna delle tre città metropolitane siciliane, Palermo, Catania e Messina. “Sono risorse che devono essere spese rapidamente- ha detto Mannino- e per questo insieme al Sunia eserciteremo il massimo della vigilanza”. “Naturalmente- ha detto Giusi Milazzo, segretaria generale del Sunia, occorre evitare che la rigenerazione diventi mera speculazione edilizia, perseguendo gli obiettivi della creazione di servizi e infrastrutture sociali e culturali nelle grandi periferie, prevedendo un piano di ristrutturazione del patrimonio pubblico e un incremento dell’edilizia sociale e pubblica attraverso anche la rigenerazione di edifici pubblici dismessi”.“Catania- ha affermato il segretario della Camera del lavoro, Carmelo de Caudo- si allaga i primi forti temporali perché il cemento è stato usato senza regole e vanta un numero spropositato di edifici abbandonati che di fatto vengono sottratti ai servizi pubblici. Un grave paradosso che la Cgil, insieme a categorie come la Fillea e lo Spi, ha messo più volte al centro del confronto tra sindacato e istituzioni, finora senza ottenere risposte concrete”.La casa in Sicilia è oggi un problema per molti. Basti ricordare che il fabbisogno di alloggi popolari è stimato nell’isola in circa 30 mila unità, che dei 2047 sfratti emessi nel 2023 , sono 733 quelli per morosità quasi sempre incolpevoli e che sono 10 mila gli sfratti eseguiti negli ultimi due anni”. “La gente, in una regione con bassi salari e basse pensioni e con un alto tasso di disoccupazione – sottolinea Biondi- non ce la fa. E’ necessario dunque il sostegno agli affitti delle persone meno abbienti- ha sottolineato Angela Biondi- e che ci sia una risposta al fabbisogno di edilizia pubblica residenziale”. “Ma è anche fondamentale- ha aggiunto Mannino- che tutti i programmi per la costruzione di città verdi e sostenibili, e per la rigenerazione urbana vengano realizzati, perché vivere in modo dignitoso fa uscire dall’emarginazione e può dare chance di riscatto”. Anche quelli che riguardano gli alloggi dei migranti, i più poveri tra i poveri,ricorda la Cgil, per cui il Pnrr mette a disposizione 35 milioni finalizzati al superamento degli insediamenti informali. Casa: Cgil Sicilia, “Rigenerare le città a partire dalle periferie per un abitare solidale e sostenibile” Giovedì 14 novembre manifestazione della Cgil Sicilia a Catania Terzo appuntamento per la campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia” Catania, 11 nov – La battaglia della Cgil per un abitare “solidale e sostenibile” comincia dalle periferie urbane. Da quelle aree ,cioè, che soprattutto nelle grandi città sono spesso prive di servizi essenziali, infrastrutturali e sociali. Si terrà infatti in una zona periferica, a Catania, il 14 novembre, la terza delle manifestazioni promosse dalla Cgil Sicilia sul tema “Cambiamo il futuro della Sicilia”. Acqua, rifiuti e adesso la casa: bisogni primari, esigenze fondamentali del vivere dignitoso che ad oggi “non trovano da parte delle istituzioni regionali e nazionali- dice Angela Biondi, segretaria confederale della Cgil Sicilia- risposte adeguate”. L’appuntamento è alle 10 al Polo delle Arti, presso l’istituto comprensivo Rita Atria plesso “Masseria Moncada”, in viale Moncada 15 (Ct). Qui sul tema del diritto alla casa e del diritte o ad abitare in città verdi e sostenibili si confronteranno sindacalisti, rappresentanti di associazioni per la casa e ambientaliste, lavoratori, cittadini. “La rigenerazione urbana- afferma Biondi- deve partire dalle periferie, luoghi dove i diritti e i bisogni attendono risposta in maniera più pressante”. “Il degrado urbano- afferma Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia- determina rabbia, sfiducia. Guardare al futuro in maniera positiva, costruire nuove prospettive, presuppone interventi ad ampio raggio che determinino anche condizioni di vita più favorevoli e dignitore…

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Cgil: al via fase di mobilitazione contro “l’inerzia del governo regionale e a sostegno delle proposte per un futuro diverso della Sicilia”

[subscribe] Presentato documento e calendario di manifestazioni Mannino: “Dedichiamo alle giovani generazioni la nostra iniziativa” Palermo, 11 ott- La Cgil siciliana annuncia l’apertura di una fase di mobilitazione per ottenere risposte dal governo regionale sui principali problemi aperti. Puntando innanzitutto al superamento di criticità “insostenibili”, come quelle di un sistema sanitario

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